È una statua che si colloca in quella categoria di manufatti comunemente conosciuti come “Madonne vestite” e, come tale, è costituita da un impalcato in legno che sorregge le parti scultoree.
Si presenta, infatti, vestita del tipico abito in velluto nero che la copre interamente, lasciando visibili le uniche parti scultoree cere e proprie: il volto e le mani.
Si completa di una pregevolissima croce lignea che le svetta a fianco e che la Vergine sembra voler cingere con la mano destra mentre stringe, nella mano sinistra, un fazzoletto bianco e mostra il petto trafitto da un pugnale.
Realizzata nella prima metà dell’ottocento e attribuita allo scultore molfettese Ferdinando Cifariello, padre del più noto Filippo, fu donata all’Arciconfraternita nel 1865 che la collocò nel vano cappellato della parete di levante della navata minore, ove – attualmente – trovasi.
Si presenta, infatti, vestita del tipico abito in velluto nero che la copre interamente, lasciando visibili le uniche parti scultoree cere e proprie: il volto e le mani.
Si completa di una pregevolissima croce lignea che le svetta a fianco e che la Vergine sembra voler cingere con la mano destra mentre stringe, nella mano sinistra, un fazzoletto bianco e mostra il petto trafitto da un pugnale.
Realizzata nella prima metà dell’ottocento e attribuita allo scultore molfettese Ferdinando Cifariello, padre del più noto Filippo, fu donata all’Arciconfraternita nel 1865 che la collocò nel vano cappellato della parete di levante della navata minore, ove – attualmente – trovasi.
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- Testo a cura del prof. Nino Del Rosso.
- Foto a cura del dott. Franco Stanzione.
- Foto a cura del dott. Franco Stanzione.