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La facciata e il campanile

Edificata con pietra di cave locali, è divisa in tre ordini che si propongono con un linguaggio architettonico non perfettamente definibile giacché, ad uno stile tardo-rinascimentale, unisce tracce di elementi architettonici neoclassici e barocchi.
Nell’ordine superiore troneggia un timpano rettangolare, con rifinitura di coronamento del tipo “a edicola”, raccordato alla sezione mediana della facciata da un frontone curvilineo.
Diviso in tre riquadri, dei quali due sono ciechi mentre quello centrale si impreziosisce di una finestra strombata, ha ai vertici tre piedistalli, destinati – forse – all’alloggiamento di altrettante statue, peraltro mai collocate e si completa di una fascia sottostante con un’iscrizione a caratteri scarsamente leggibili:
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PIA REIP(ublicae) ET ALIORUM OPE (Con il devoto contributo dell’Università e di altri).
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L’ordine mediano che, a sua volta, si separa da quello inferiore mediante una cornice che funge da trabeazione, si presenta diviso in due sezioni: una a levante, di forma quadrata, arricchita da motivi geometrici e una seconda, di forma rettangolare e quindi di maggiore estensione, che si presenta con una cornice ad arco, a tutto sesto, con rosone centrale, tipico del cinquecento.
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 L’ordine inferiore, diviso anch’esso in due sezioni da tre paraste, comprende – nella parte più ampia – il portale d’ingresso.
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È composto da un doppio impianto di elementi lapidei dei quali, il più esterno, è arricchito da bugne fasciate ed è sormontato da un timpano spezzato nel quale è inserita una lapide-cartiglio che ricorda l’impegno dei confrati e la data di riedificazione (1586) dell’edificio sacro.
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Sormonta il tutto lo stemma lapideo dell’Arciconfraternita sotto forma di un’anfora, colma di pietre informi sovrastate da una corona nobiliare, riportante il motto: DULCES ET NO(m)I(n)E DIGNI (Dolci [nell’adempimento del ministero]e degni del nome [del patrono]).
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Nella sezione di levante dell’ordine inferiore, più stretta della precedente, si apre una porticina i cui motivi ornamentali richiamano, anche se in maniera diversa, quelli del portale.
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È sormontata da un fastigio che, completato con un timpano di chiaro stampo neoclassico, poggia su un architrave che riporta l’iscrizione: J(nstructum) LAPIDE Q(uoius) AUR(a) (incli)TI LATIOR AURA PYROPI (Costruita con pietra più splendida di quella del piropo).

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Un ulteriore elemento di spicco che compare all’esterno e che svetta riequilibrando l’aspetto visivo della facciata, chiaramente monca, è il campanile.
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Eretto sulla verticale della sezione di levante, si presenta nella tradizionale forma quadrata ma è curiosamente ricoperto da una cuspide piramidale a base ottagonale e rivestita da piastrelle policrome che gli conferiscono un indubbio sapore orientale.
Ultimato nel 1600, propone un accostamento stilistico decisamente insolito, visto il rigido schematismo geometrico della facciata, ma che diventa perfettamente funzionale nella sua essenza, sia per la straordinaria naturalezza con cui inserisce un tocco di genuino colore nel diffuso grigiore della pietra, sia per essere l’unica, logica struttura che potesse dare la perfetta risposta all’insorta necessità strutturale di riequilibrare la configurazione architettonica esterna dell’edificio sacro.
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- Testo a cura del prof. Nino Del Rosso.
- Foto a cura del dott. Franco Stanzione.
N.B. - Tutte le foto sono proprietà esclusiva dell' autore dott. Franco Stanzione ed è vietato riprodurle senza il suo consenso e/o omettendo di citarne la fonte.

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